“L’apprendimento
è quel processo psichico mediante cui l’esperienza modifica il comportamento
umano” (definizione dell’Enciclopedia Garzanti della
Filosofia). Quindi l’apprendimento è un processo che ha un percorso che può
richiedere delle fasi o degli apprendimenti che fungano da punto di partenza,
inoltre perché ci sia un apprendimento ci deve essere un’esperienza, la quale
deve incidere sul proprio comportamento, ci possono essere, inoltre,
apprendimenti “semplici” e “meccanici” che non richiedono il coinvolgimento
delle funzioni mentali superiori ma riguardano processi nervosi più semplici,
come i riflessi, che fanno in modo che
anche gli animali apprendano, ma anche processi più complessi come
l’acquisizione del linguaggio.
Köhler
(psicologo tedesco) con apprendimento per insight intende un processo cognitivo
che, attraverso una rapida ristrutturazione percettiva della realtà
circostante, consente di risolvere un problema e fissare nella memoria la sua
soluzione.
Piaget
(psicologo e pedagogista svizzero) invece parla di due processi di che
caratterizzano l’apprendimento:
·
l’assimilazione, nella quale il
soggetto incorpora e fa propria l’esperienza;
·
l’accomodamento in cui si modificano e
riorganizzano gli schemi comportamentali, motori e mentali, ovvero strategie
messe in atto dal soggetto per conoscere il mondo e poter agire su esso che
vengono integrati con le nuove esperienze, per esempio il bambino manipolando
oggetti piccoli scoprirà che la presa a pinza (pollice e indice) è più efficace
della presa digito-palmare, ciò lo indurrà a modificare lo schema motorio fin
ora utilizzato.
L’apprendimento è, dopo la crescita
biologicamente determinata, un fattore importante dello sviluppo ed è quindi determinato
dallo sviluppo biologico poiché richiede funzionalità motoria e/o cognitiva.
L’apprendimento non è sempre un
processo consapevole, ma si può apprendere anche razionalizzando le cose, non è
un processo intenzionale in quanto può essere incidentale, la modalità più
diffusa in cui si realizzano queste forme di apprendimento è l’imitazione, ma in queste forme di
apprendimento la vista è il fattore più importante. Infatti la vista rende
accessibili svariati stimoli che sollecitano l’azione e l’esperienza, permette
di monitorare costantemente e continuo durante la condotta tenendo sotto controllo
il target (l’oggetto da prendere) e la traiettoria (della mano ad esempio)
consentendo aggiustamenti tempestivi della condotta stessa.
Essa permette di imitare i comportamenti altrui inoltre svolge una funzione di
coordinazione intersensoriale facilitando la funzione automatica delle
informazioni provenienti dai diversi sensi. Il bambino che vede il gatto
apprende più velocemente com’è fatto del bambino non vedente, da qui si capisce
come l’assenza della vista potrebbe rallentare o compromettere alcuni
apprendimenti se non si interviene per aggirare i limiti, l’adulto dovrà
stimolarlo a sperimentare oggetti e situazioni nuove e dovrà fargli da feedback
al suo comportamento infine è importante che l’adulto svolga una funzione
sintesi delle percezioni tattili, uditive, gustative in modo che esse possano
essere integrate e coordinate per formare un immagine mentale.