I tempi di apprendimento della grande
motricità da parte di un bambino non vedente risultano rallentati poiché è poco
motivato al movimento in quanto dopo aver perso il contatto con l’oggetto per
lui esso sparisce e non esiste più.
Per questo è fondamentale che l’adulto
lo guidi e lo stimoli alla ricerca degli oggetti.
La successione degli apprendimenti del
bambino non vedente è uguale a quella del bambino vedente, solo posticipata. Talvolta
la fase dello spostamento a carponi è molto contenuta o assente perché non
permette ai bambini non vedenti l’esplorazione con le mani. Gli apprendimenti
che ne risentono di più sono autoiniziati per
esempio le condotte posturali.
L’impiego di girelli, passeggini per
le bambole o rasaerba giocattolo possono facilitare la locomozione autonoma
perché permettono al bambino di anticipare gli ostacoli. Bisognerà inoltre
togliere tutti gli oggetti pericolosi e instabili e controllare che non vi
siano sporgenze pericolose. Per quanto riguarda la motricità fine verso gli 8-9
mesi il bambino non vedente raggiunge la
coordinazione udito-motoria.
Quindi, per il bambino non vedente,
meno motivato ad intraprendere azioni motorie di manipolazione, esplorazione,
locomozione, sarà necessario sempre il sollecito dell’adulto. Mentre nel
bambino ipovedente sarà più efficace l’uso di oggetti molto colorati e che si
distinguano dallo sfondo.
In ogni caso i ritardi funzionali
riscontrabili nella prima infanzia se
opportunamente affrontati vengono pienamente superati, tenendo però presente
che l’apprendimento imitativo non sarà
possibile effettuarlo, ma bisognerà mettere in pratica un insegnamento per
apprendimenti motori sia sportivi sia per la vita quotidiana.
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