L’articolo 34
della Costituzione sancisce il diritto allo studio a tutti sostenendo che “la scuola è aperta a tutti”, e che l’istruzione inferiore è obbligatoria e
gratuita per i primi otto anni; inoltre sostiene che “I capaci e
meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più
alti degli studi.”, per fare questo la Repubblica concede borse di
studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze attribuite attraverso
concorso, sviluppando così il Welfare
State.
La legge 118/71 "Conversione in legge del D.L. 30 gennaio
1971, n. 5 e nuove norme in favore dei mutilati ed invalidi civili." detta le
norme fondamentali dell’integrazione
scolastica, anche se riguardava solo i mutilati e gli invalidi veniva
utilizzata anche per l’integrazione degli studenti portatori di qualsiasi
disabilità.
Ci fu quindi un
inserimento selvaggio perché questi alunni venivano inseriti nelle classi anche
in assenza degli interventi essenziali come professori di sostegno e piani
individualizzati. Dopo il fenomeno dell’inserimento massivo che comportava
disagio, il Ministero nel 1975 creò una commissione di studio che elaborò il Documento Falcucci che viene considerato come la “Magna Carta” dell’integrazione.
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